Una scuola di cucina con corsi da tutto il mondo tenuti da migranti di prima, seconda e terza generazione, home chef, cuochi professionisti, ma anche casalinghe, badanti, richiedenti asilo, rifugiati e altre figure varie. A diventare chef sono persone diverse con qualifiche differenti, ma tutte accomunate da una profonda passione per la cucina e dalla voglia di trasmetterla, cioè di farsi portavoce della cucina di casa dei loro luoghi d’origine.
LABORATORIO DI ANTROPOLOGIA DEL CIBO
In tutti i corsi verranno utilizzati prodotti di piccoli produttori locali o italiani, come ad esempio le verdure bio di Cascina Fraschina, o i ceci cilentani di Cicerale per il cous cous tunisino, il pescato del Mediterraneo per il ceviche peruviano, la carne e la farina della Cascina Battivacco per i pelmeni russi, l’olio cilentano di Marco Rizzo e così via.
Ogni corso sarà poi seguito da un momento di condivisione in cui si mangerà insieme quanto cucinato. Tutti e 36 corsi sono improntati su un aspetto particolare studiato ad hoc insieme al docente, e non genericamente sul paese di provenienza; per questo sono da evitare parole come etnico o etnia, perché non ci sono etnie, ma singole personalità degli chef che con i loro punti di vista si fanno portavoce della cucina dei loro paesi d’origine.
Questo progetto mira quindi all’integrazione in uno spazio interculturale, attraverso il cibo e la cucina; e alla valorizzazione dei prodotti locali e dei piccoli produttori italiani.

LABORATORIO DI ANTROPOLOGIA DEL CIBO

L’idea nasce dal lavoro di anni di Giulia Ubaldi come antropologa del cibo, infatti ne è un po’ una sorta di “costola”. È il risultato di ricerche e incontri fatti nel tempo, del lavoro di scrittura per varie testate quali La Cucina Italiana, Il Giornale del Cibo, Gambero Rosso, Vogue, Espresso, Scatti di Gusto, 1820 Magazine, in cui Giulia ha raccontato il cibo da un punto di vista antropologico e culturale, e soprattutto dal punto di vista delle persone coinvolte.
Ogni articolo (ad oggi quasi 700, consultabili sul portfolio www.giuliaubaldi.it) si presenta quindi come una piccola ricerca antropologica, come un racconto unico, spesso frutto di storie particolari raccolte viaggiando e girando sia in Italia che altrove, in particolare nell’area mediterranea.
“LAC nasce da tutte le volte in cui mi sono trovata per lavoro, in quanto antropologa del cibo, a scrivere e raccontare di tutte quelle persone che non vedevano l’ora di farmi conoscere la loro cucina e di farmi scoprire i loro piatti, come ad esempio mentre raccoglievo le olive con Rachid, che voleva a tutti i costi farmi assaggiare la tajine di sua moglie. Per questo si tratta di uno spazio fisico, del lavoro che svolgo da anni”
CHEF E CORSI
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