I MO:MO
NEPAL 
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IL CORSO
Questo corso è incentrato sulla preparazione dei Mo:Mo, i tipici ravioli fatti a mano nepalesi. In Nepal sono lo street food per eccellenza: “si trovano all’angolo di ogni strada, li preparano tutti di continuo, e si mangiano dalla mattina alla sera, senza orari, soprattutto fuori casa”. Vengono fatti con un impasto di acqua, farina, olio e sale, poi ripieni di verdure o pollo e cotti al vapore; ma si possono fare anche con impasti di altri colori, come ad esempio con spinaci, cime di rapa o barbabietola.
Si differenziano da quelli cinesi perché sono più grossi, di forma differente e con più pieghe e perché vengono sempre serviti con tre salse differenti in accompagnamento: una con sesamo e curcuma, una al coriandolo e per i più audaci una tutta al peperoncino.
E infine, se e quando c’è, vi potrebbe capitare di assaggiare Gundruk Rah Bhatta Sadheko, il prosciutto di verdure che arriva direttamente dal Nepal.
PIANO DIDATTICO
Mo:Mo vegetariani (farina di grano tenero 00, cavolo bianco, carote, cipolla, pesto di aglio, zenzero fresco, curcuma, semi di cumino in polvere, coriandolo fresco, semi di coriandolo in polvere, sale, olio di girasole)
Salse in accompagnamento:
- Salsa di sesamo e curcuma (salsa di sesamo, semi di sesamo bianco, pomodoro, cipolla, zenzero fresco, peperoncino fresco, sale, cumino, curcuma, olio, aglio)
- Salsa al coriandolo (pomodoro, coriandolo fresco, sale)
- Salsa piccante (peperoncino secco, aglio, olio, sale)
In accompagnamento birra nepalese
DETTAGLI
Costo
45€
Cosa comprende
– 2 ore di corso
– degustazione
– brochure con ricette e attestato di partecipazione

CHI È REEYA
Reeya nasce e cresce a Pokhara, la seconda città più grande del Nepal. Dopo gli studi in Economia, nel 2005 raggiunge il padre a Milano e fa vari lavori: da cassiera a responsabile di sala, sempre nell’ambito della ristorazione. “Non ci sono tanti nepalesi in Italia, ma quasi tutti lavorano nell’ambito della ristorazione; si tratta di un’emigrazione recente quella dal Nepal in Italia”.
In occasione dell’Expo, nel 2015, Reeya gestisce il padiglione Nepal: è in questo momento che si rende conto di quanto interesse ci sia per il suo paese, in particolare per la sua cucina, del tutto assente a Milano.
Reeya elabora tutto studiando i piatti al telefono con la nonna Chandra Maya Gurung, di 78 anni, che ha sempre cucinato per tutti a casa. “Sono cresciuta con mia nonna, ero sempre attaccata a lei. E poi anche in Nepal la cosa migliore è sempre la cucina della nonna, un po’ come in Italia”. Così nel menu inserisce solo le specialità veramente nepalesi, cucinate seconda la ricetta della nonna, senza nessuna mediazione, nessun compromesso, solo sapori originali; e anche per il locale, oggetti e arredamento arrivano tutti dal Nepal.
GUNDRUK RAH BHATTA SADHEKO
IL PROSCIUTTO DI VERDURE DAL NEPAL
Si tratta di una preparazione tipica e tradizionale, che ha origini molte antiche quando durante la guerra il cibo veniva nascosto sotto terra. Infatti, il Gundruk consiste in foglie che vengono raccolta fresche, lasciate essiccare al sole e poi messe sotto terra dentro un contenitore generalmente di metallo dove iniziano un processo di fermentazione. Condite con pomodoro, zenzero, limone, semi di soia e peperoncino, dopo aver trascorso almeno 15 giorni sotto terra, sono pronte e agro al punto giusto per la consumazione: qui viene tagliato proprio come un prosciutto, da cui il nome ironico che gli hanno dato Kamal e Bhakta Bahadur.
LA CUCINA NEPALESE NEGLI ARTICOLI DI GIULIA UBALDI