Vegetariano

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  • 27 Marzo 2025
  • giovedì, 20:00 Fino alle 22:00

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Pasta fresca emiliana

giovedì, 20:00 Fino alle 22:00
27 Marzo 2025

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PASTA FRESCA EMILIANA

IL CORSO

“Si dice che se l’Italia fosse una casa, l’Emilia sarebbe la sua cucina!”.

Per questo, non potevamo non dedicare un corso alla cucina di questa regione, in particolare di Piacenza, città d’origine del nostro chef Federico.

Prima di tutto vi accoglieremo con uno gnocco fritto: non sia mai che in una casa in Emilia si muoia di fame!

Poi questo corso sarà incentrato soprattutto sulla cultura e sulla preparazione della pasta fresca: da come fare un impasto a come stenderlo con il mattarello fino al confezionamento. Ma gli ingredienti principali della cucina emiliana, per Federico, restano il tempo e il cuore: “è l’antitesi del fast food, è una cucina di pazienza e di animo più che di grande tecnica, che si fa spesso in gruppo mentre si parla come pretesto per stare insieme, un po’ come facevano le rezdore in passato”.

Per anni la rezdora è stata il motore della cucina emiliana, la sua memoria storica, un personaggio a cui sono legati il patrimonio e la tradizione gastronomica di questa regione. Dal verbo latino “regere”, cioè “dirigere”, letteralmente significa “reggitora” o “colei che conduce” e nelle campagne emiliane era la persona che affiancava il “rezdor” nella gestione della vita familiare quotidiana. In seguito ai cambiamenti della società e alla scomparsa della tradizionale famiglia patriarcale contadina, la figura della rezdora così descritta non esiste più, ma resta il termine per indicare un’ottima cuoca, oltre che una figura mitizzata nell’immaginario collettivo. Del resto, è innegabile che non esisterebbero tortelli, ravioli e tante altre paste fresche se non ci fossero state le rezdore!

Tutto il corso è vegetariano, ma non è possibile farlo in versione vegana o gluten free.

PIANO DIDATTICO
  • Gnocco fritto con formaggi (farina 00, acqua, sale, formaggi)
  • Tortelli o ravioli ricotta e spinaci (farina 00, uova, acqua, sale, ricotta, spinaci)
  • Pisarei e fasoi (farina 00, fagioli, pomodoro)
  • Busslanei (dolce piacentino)

In accompagnamento un calice di Sangiovese

Tutto il corso è vegetariano, ma non è possibile farlo in versione vegana o gluten free.

DETTAGLI

Costo

55€

Cosa comprende

– 2 ore di corso
– degustazione
– brochure con ricette e attestato di partecipazione

CHI È FEDERICO

Federico nasce a Piacenza nel gennaio del 1989, nel segno del Capricorno. Cresce sui colli piacentini della Val Trebbia, soprattutto con le sue nonne: “una mega piacentina e l’altra mega pugliese, non potevo che sviluppare una certa passione per il cibo, ma soprattutto per lo stare insieme in cucina”. In realtà però non impara nulla da loro perché non gli lasciavano mai fare niente: “erano molto tipologia faccio tutto io, ma mi hanno trasmesso una forte fascinazione per la cucina anche proprio come luogo, con tutti quegli utensili!”.

Ma ad un certo punto inizia a sentire troppo la mancanza di quella cucina di casa, così inizia a cucinare “per volersi bene”, ma senza pensare che potesse diventare un lavoro. Durante il Covid finalmente riesce ad avere più tempo per dedicarsi a questa nuova passione: “essendo una cucina che richiede tempo, finalmente durante la pandemia ho avuto tempo e sono riuscito anche a tornare a casa, a Piacenza, iniziando a immaginare come questa mia passione potesse diventare un lavoro, e come il cibo potesse essere un modo per raccontare il mio territorio”. Così, frequenta vari corsi di cucina ad ALMA, soprattutto per capire come renderlo un lavoro, che restava la sua paura, finché non si decide a lasciare Architettura per lavorare nelle brigate di vari ristoranti, sempre con un occhio di riguardo per i prodotti utilizzati e le materie prime, cioè con una scelta attenta e curata ai piccoli produttori. “Mi piace la cucina e cucinare sì, ma anche tutto quello che c’è al di fuori. Per questo in realtà credo che ci sia una sorta di continuità tra fare l’architetto e il cuoco, cioè dei fattori comuni come il metodo, la conoscenza, l’estetica e la progettualità”.

Nel 2024 trova un modo per coniugare questi due mondi, ovvero con l’apertura della sua attività Distrada: un’attività basata su ciò che sa fare meglio, cioè da un lato narrare la città, i luoghi e gli spazi pubblici; dall’altro lato far da mangiare facendo scoprire prodotti, ricette e storie legate alla gastronomia, con una serie di tour in bicicletta e cene urbane che potete prenotare qui.

LA CUCINA DELL’ EMILIA ROMAGNA NEGLI ARTICOLI DI GIULIA UBALDI

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