Vegano

Riepilogo

  • 29 Settembre 2021
  • mercoledì, 16:00 Fino alle 18:00

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La Grande Siria

mercoledì, 16:00 Fino alle 18:00
29 Settembre 2021

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LA GRANDE SIRIA

SIRIA

con Omar

IL CORSO

“Ogni cultura si apre una porta, ma non si riesce mai a chiuderla”. Un po’ come questo corso, che esplora tutte le influenze che negli anni si sono susseguite in Siria; parlare di cucina siriana, infatti, implica affrontare quella che un tempo era la Grande Siria, che comprendeva anche il Libano e quindi una serie di cucine regionali differenti, ognuno con i suoi piatti. 

Damasco e dintorni: verdure, involtini di vite, legumi, hummus, falaffel, fatteh

Aleppo: carne, riso, frutta e agnello

Cucina libanese: polpette kibbeh crude, tabulé 

Zona dei beduini: frumento di grano, agnello e molto riso (sulla Via della Seta)

Montagne di Qalamoun: vari piatti a base di carne e grano 

Costa sul mare dal sud della Turchia alla Palestina, un tempo chiamata Bilad al-Sham: pesce, sayadieh, grano, farro, kibbeh, muhammara (crema piccante)

PIANO DIDATTICO

Ad ogni lezione verranno proposti 3 piatti che rispecchiano queste diverse influenze regionali della cucina siriana.

A scelta tra i seguenti: 

  • Falafel (ceci, coriandolo, sale, cumino, aglio, pepe, sesamo)
  • Tabulè (prezzemolo, pomodoro, menta, cipolla, bulgur, sale, pepe, olio, limone)
  • Babaganoush (Melanzane, pomodori, peperoni rossi, prezzemolo, noci, pepe, olio)
  • Fatteh (pane fritto, acqua, sale, mandorle, pinoli, coriandolo)
  • Hummus (ceci, tahina, sale, limone)
  • Kibbeh (carne, frumento di grano, spezie, sale) DISPONIBILE IN VERSIONE VEGETARIANA SU RICHIESTA
  • Fattoush (cetrioli, menta, pomodori, olive, ravanelli, summac, aglio, cipolla, portulaca, pane)

In accompagnamento 

Una bevanda variabile a seconda della stagione tra succo di tamarindo, succo di limone e menta, infuso di karkadè o yairan con yogurt, sale, aglio e menta.

DETTAGLI

Costo

55€

Cosa comprende

– 2 ore di corso
– degustazione
brochure con ricette e attestato di partecipazione

CHI È OMAR

“Mio padre ha sempre voluto che io facessi altro, ha cercato di scoraggiarmi in tutti i modi dal fare questo mestiere. E invece!”.

Omar nasce il 3 dicembre del 1993 a Milano. Cresce in Italia, tranne tre anni alle elementari che trascorre in Siria. “Ringrazierò sempre mio padre per avermi mandato lì per un periodo, per conoscere la lingua, la cultura e soprattutto la mia famiglia”.

“mi sentivo sempre diverso, con la sensazione di dover nascondere la mia diversità. Pensa che ho avuto la cittadinanza solo un mese fa! Eppure io sono nato in Italia, ho amici italiani così come arabi e sudamericani”.

Poi un evento cambia le cose e Omar decide di fare di questa sua doppia personalità una ricchezza: “oggi mi definisco una bilancia tra Italia e Siria, anche se in realtà non so mai come definirmi: sono siriano o italiano?”.

La passione per il mondo del cibo gli scatta in un momento preciso: “mia madre era in ospedale per il parto di mio fratello, a casa non c’era nulla da mangiare, mio papà ha aperto il frigo e con quel poco che c’era ha fatto il piatto più buono della mia vita. Lì ho capito che nella cucina c’era qualcosa di magico”. Così inizia a frequentare corsi, fa esperienze in vari ristoranti oltre a quello di famiglia, proprio per testare le sue capacità anche in altre realtà esterne e capisce che quello che gli piace non è poi così diverso da quello ama suo padre: “creare piatti nuovi, con contaminazioni culturali, perché la cucina non è mai un punto fermo, ma è trasmissione di qualcosa. Questo me l’ha insegnato mio padre, che è un pozzo di cultura e non è mai stato geloso di condividere o trasmettere tutto quello che sapeva, anzi”.

Dopo qualche anno al STK di Milano come chef de partie della griglia, sua grande passione, , torna a lavorare nel ristorante di famiglia da Aladino, dove lavora tutt’oggi con suo papà e a volte anche con i suoi fratelli. “Qui sto portando tutto quello che ho imparato negli anni. Siamo stati anche i primi a portare il gelato di Damasco a Milano, battuto a mano, proprio come una volta”. E sono venuti anche un sacco di personaggi famosi, da Mina a Mika. Ma il sogno di Omar è un altro, è più grande: “vorrei portare la cucina siriana in tutta Italia, aprendo tanti ristoranti Aladino arredati così e integrando sempre di più i nostri piatti con quelli italiani, con prodotti locali, come ad esempio mettendo il quartirolo nei nostri fagottini”.

I DIECI COMANDAMENTI DEL TABULÉ

Il tabulè non conosce che il prezzemolo liscio (non quello riccio). 

Il tabulè non conosce che il bulgur (fine!). 

Il prezzemolo e la menta deve essere tritati fini.

La menta tritata dev’essere nascosta sotto il prezzemolo per evitare che si ossidi e annerisca.

La cipolla dev’essere strofinata nel sale e nel pepe (per “cuocere”). 

Il tabulè ama gli estremi, molto limone e una buona dose di pepe e cipolla.

Il tabulè non ha mai sentito parlare del cous cous… Cous Cous chi? 

Nel tabulè non c’è spazio per gamberi o gamberetti, né per altri pesci o per alcun prodotto di origine animale. 

Delle variazioni e delle interpretazioni (dei libri di cucina occidentale e dei supermercati) possono essere possibili, ma per l’amore del tabulè… Chiamateli con un altro nome!  Tutte le varianti sono ammesse, ma non chiamatele tabulè!

LA CUCINA SIRIANA E LIBANESE NEGLI ARTICOLI DI GIULIA UBALDI

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